In genere non mi fido delle statistiche.
Dopotutto, come scriveva C. Bukowski, un uomo con la testa nel forno acceso ed i piedi nel congelatore, statisticamente, ha una temperatura media.
In realtà, la statistica, è l’unico strumento che ci consente di descrivere un fenomeno collettivo.
Anche il rapporto che esiste tra utenti ed il Codice della Strada, nonché il ruolo che hanno le Associazioni di tutela dei consumatori in materia.
Un Codice della Strada deve assicurare prima si tutto la sicurezza degli utenti.
Qui entra di nuovo in gioco la statistica.
Come sapete, si trascina ormai da anni, tra i due rami del Parlamento, senza vedere la luce, la riforma del C.D.S. Dopo il “decreto semplificazioni”, però, ora approda alla Camera e le modifiche accelerano.
Tra le tante novità, spunta la multa per l’uso dello smartphone al volante fino a 1697 euro. Ebbene nel 2019, le multe in Italia per l’uso del telefonino (art. 173 Cds) al volante sono state soltanto lo 0,17% del totale.
Bastano altri due numeri per capire la portata dell’emergenza sulle nostre strade: sempre nel 2019 le multe in Italia per le violazioni del Codice della Strada sono state solo lo 0,21% per l’alcool e lo 0,03% per l’uso di sostanze stupefacenti al volante.
Percentuali, quindi, bassissime, in relazione agli incidenti provocati, così come sono bassissime pure quelle relative al mancato rispetto della precedenza (art. 145 Cds) e quelle per il mancato rispetto della distanza di sicurezza (art. 149 cds). E ciò a dispetto della tutela della sicurezza degli utenti della strada.
Di fonte a questo scenario, cosa pensiamo noi consumatori? Che le leggi, di per se stesse, sono contenitori vuoti se non vengono riempite dai controlli. E ciò non sempre è sufficiente. Per esempio, nel caso dei controlli nell’ambito del Codice della Strada, le sanzioni maggiormente applicate sono le multe elevate per divieto di sosta (art. 157 e 158 Cds), cioè per infrazioni che, salvo rarissime eccezioni, non determinano incidenti stradali.
Si deve quindi ritenere che tali sanzioni servano all’ente comunale soltanto a fare cassa, tra l’altro a danno di chi non posteggia correttamente, soprattutto perché non ci sono abbastanza posti auto nelle nostre città. E ciò, peraltro, proprio per colpa dei comuni stessi, cioè della Pubblica Amministrazione, che, in violazione dell’art. 7 comma 7 del Cds, non destinano i proventi dei parcheggi all’installazione e costruzioni di nuovi parcheggi.
Da tutto ciò ne deriva che per l’attuazione di qualsiasi riforma che vada in direzione di una effettiva applicazione delle norme a tutela della sicurezza degli utenti e consumatori del bene pubblico della circolazione stradale è sempre necessario il controllo.
Ma, allora, se sono queste le premesse della nuova riforma del Codice della Strada, non c’è altro da aggiungere.
Tranquilli, è tutto fuori controllo!
Avv. Giuseppe Potenza
Konsumer Italia sede di Foggia