Prosegue il viaggio alla scoperta e all’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie, come promesso siamo tornati sull’argomento Bullismo – Cyberbullismo, negli ultimi giorni abbiamo visto un singolare susseguirsi di articoli e dibattiti in tv, noi di Konsumer abbiamo deciso di esporre alcune importanti domande alla dottoressa Elisa Evangelisti ; psicologa e psicoterapeuta alla quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per averci dedicato questa intervista.
“Buon Giorno Dottoressa Evangelisti e grazie per il tempo che ci dedicherà per questa intervista, mi lasci solo dire che Konsumer Italia come associazione di consumatori ha iniziato un percorso di “informazione e conoscenza” rivolto al mondo delle nuove tecnologie, proprio per questo motivo crediamo sia importante trattare anche questi temi, dando la possibilità a tutti i consumatori internauti di comprendere meglio il Cyberbullismo e per conosce il fenomeno senza demonizzare l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
“Grazie a te Cristiano e a Konsumer, il lavoro che fate è giusto e altamente condivisibile, ho apprezzato veramente la richiesta di questa intervista in quanto affrontare il problema lato psicologico è un passo importante per tutti , genitori e figli. Come hai accennato poco fa, l’utilizzo delle nuove tecnologie non va demonizzato, ma va compreso in ogni sua sfaccettatura ed il Cyberbullismo purtroppo è una di queste”.
Bene Dottoressa, inizierei subito con la prima domanda, Cosa è il Cyberbullismo ?
“Gli studi che finora sono stati svolti sul Cyberbullismo si trovano concordi sulla definizione di Cyberbullismo come: una prevaricazione volontaria e ripetuta nel tempo contro un singolo o un gruppo con l’obiettivo di ferire o mettere a disagio la vittima che di fatto non riesce a difendersi. Questa prevaricazione viene attuata attraverso uno strumento, in questo caso elettronico: computer cellulari ecc”.
Gli atti più comuni di cyberbullismo con cui abbiamo a che fare sono:
- Inganno: uso di messaggi provocatori e volgari in rete per generare conflitti
- Molestie: la vittima ne subisce passivamente ripetute indirizzate a sé
- Persecuzione: molestie sempre più gravi fino all’aggressione fisica
- Denigrazione: Isolamento della vittima – messaggi falsi e di disprezzo per danneggiarla e rovinarne le amicizie
- Impersonificazione: creazione di un profilo falso per danneggiare la vittima
- Trucco: fingersi amico della vittima per carpirne i segreti e diffonderli successivamente in rete
Che differenza c’è tra Bullo e quindi il bullismo “tradizionale” e il Cyberbullismo ?
“Il Bullismo tradizionale si caratterizza innanzitutto per lo spazio limitato (scuola o fuori scuola) dove avvengono le prepotenze; i soggetti (cioè il bullo, i gregari che incoraggiano all’azione e i testimoni passivi) sono di solito compagni di scuola e il bullo ha necessità di dominare realmente le reazioni interpersonali.
Nella vita reale il bullo vede le conseguenze delle sue azioni, le percepisce a livello cognitivo ma non emotivo, e mette in campo dei meccanismi di difesa (minimizzazione, attribuzione della colpa alla vittima….) per non venire a patti con sensi di colpa.
Nel cyberbullismo invece la vittima non ha più un rifugio (casa o lontano da scuola) dove sentirsi al sicuro e protetto perché le prepotenze on line lo trovano in ogni luogo ed in ogni momento (la vittima sa che la prepotenza continua anche se il suo telefono è spento).
Il cyberbullo può essere noto o ignoto e i testimoni potenzialmente sono la popolazione mondiale; inoltre la protezione data dal mezzo informatico ha lo stesso valore di un incoraggiamento dei gregari (ma in questo caso non ha bisogno di essere un bravo leader!)
Il cyberbullo non vede direttamente le conseguenze delle sue azioni e questo lascia meno margini per un intervento che voglia lavorare sulla consapevolezza e sull’empatia. I meccanismi di difesa non sono solo quelli già descritti prima, ma possono sfociare anche in una vera e propria depersonalizzazione (non sono più io)”.
Come si riconosce una vittima di cyberbullismo e come se ne accorge un genitore?
“Ci sono degli indici che, se presenti contemporaneamente, possono farci riconoscere una possibile vittima: il ragazzo/a sembra indifeso e non in grado di reagire “in modo efficace” alle continue derisioni che pian piano lo isolano dal resto della classe; appare ansioso quando deve parlare di fronte ai compagni di classe ed il rendimento scolastico peggiora nel tempo. Quando poi torna a casa notiamo che il ragazzo/a non invita mai compagni o coetanei e frequenta un numero esiguo di persone della sua età (preferisce la compagnia degli adulti), magari tende ad evitare di incontrare per caso i compagni di scuola; la tristezza o addirittura la depressione si manifestano con sbalzi d’umore irritabilità (questi sono anche comportamenti fisiologici del periodo adolescenziale che da soli non comportano un indicatore di rischio); la perdita degli interessi tuttavia può destare sospetto. In breve poi, alcuni sintomi fisici tipici di uno stato ansioso – depressivo devono indurci ad osservare con più attenzione: disturbi del sonno; dolori addominali o palpitazioni; problemi dermatologici e mal di testa”.
Ci sono stati casi di suicidio?
“Si anche ragazze molto giovani (14-15 anni).
Il suicidio in questo caso è ovviamente la conseguenza più grave della depressione; la depressione e i comportamenti auto lesivi che possono seguirla (dal procurarsi ferite all’ abuso di sostanze al suicidio ecc ecc) sono le conseguenze a “lungo termine” del bullismo.
Questo vuol dire che c’è tempo di mettere in campo le risorse per aiutare la vittima”!
Grazie dottoressa, ecco una domanda che è “particolare” e che poche volte ho sentito fare, ma che da genitore trovo giusta: Come mi accorgo invece che mio figlio è un cyberbullo?
“Il Cyberbullo ha dei comportamenti che spesso sono convalidati dal contesto familiare in cui vive e pertanto non vengono evidenziati come comportamenti a rischio. Normalmente è un ragazzo/a ostile verso l’ambiente circostante con uno spiccato desiderio di prestigio che ottiene con i suoi atti aggressivi, non ha compassione e non riconosce le emozioni altrui (in verità è poco abituato anche a riconoscere le proprie, forse perché non sono state valorizzate/ ascoltate durante il suo sviluppo) e, soprattutto, tende alla deresponsabilizzazione delle proprie azioni (caratteristica che ritroveremo più tardi in adulti che affrontano continui fallimenti lavorativi)”.
Quali provvedimenti possiamo prendere?
“Studi scientifici hanno dimostrato che la solitudine è un altissimo fattore di rischio: se i genitori sono percepiti distanti, il figlio ha più probabilità di essere coinvolto in atti di bullismo;
Ricordiamoci poi che demonizzare computer ,smartphone e social network è il primo passo per aumentare le distanze: quindi bisogna cercare di condividere con loro una parte di quello che fanno on line (post, foto ecc ) e discuterne per capire. Evitare, per quanto possibile, l’isolamento del ragazzo/a con i suoi mezzi informatici. Quindi: osservare – ascoltare – parlare (in questa sequenza!) e dare importanza alle comunicazioni della sfera emotiva.
Anche gli insegnanti devono essere percepiti come punto di riferimento, adulti a cui dare fiducia. La bassa autostima sulle competenze scolastiche non aiuta a ribellarsi e trovare il coraggio di denunciare perché non ci si pensa capaci di farlo.
Un grosso contributo al mantenimento della prepotenza del Cyberbullo lo danno i testimoni: altri utenti del web che possono essere attivi (se condividono in rete) o passivi: spettatori che con il loro silenzio-assenzo incoraggiano, magari inconsapevolmente, il colpevole.
Il silenzio, l’omertà …. Sono gli atteggiamenti che conosce bene chi lotta contro la cultura mafiosa nel nostro paese e sono gli stessi comportamenti verso cui i figli /studenti devono essere messi in guardia per non essere testimoni e complici degli atti di cyberbullismo; così come la potenziale vittima deve essere educata all’autostima, alla fiducia verso adulti di riferimento e al senso di appartenenza; e il potenziale bullo al riconoscimento delle emozioni proprie e altrui e alla presa di responsabilità della proprie azioni”.
Dottoressa Evangelisti la ringrazio ancora molto a nome della Konsumer Italia, quella che avevamo concepito come una intervista si è trasformata in una lezione importantissima che ci lascia con delle consapevolezze da condividere sia come genitori che come figli, prima di lasciarci un ultima domanda: Un ragazzo vittima di bullismo o Cyberbullismo, oltre che ai propri genitori, a chi può richiedere aiuto?
“I ragazzi possono fidarsi anche del Telefono Azzurro (anche in forma anonima)
Telefono 19696
www.azzurro.it
o sulla pagina FB del Telfono Azzurro”.
Ringraziamo la Dottoressa Elisa Evangelisti, psicologa e psicoterapeuta, per la sua disponibilità,
per chi fosse interessato la dottoressa si è resa disponibile per rispondere alle vostre domande che potete inviare alla mail: evangelistielisa28@gmail.com
Un interessante video del Telefono Azzurro, guardatelo insieme ai vostri figli:
Fonti citate Belsey, GrondaBertolino, Biscaro, Telefono Azzurro.it ; cyberbullismo.com
Un caro saluto
Cristiano Taloni
Responsabile settore informatico-digitale
c.taloni@konsumer.it – linkedin.com/in/cristianotaloni