Si è svolto il 20 novembre, presso il Parlamentino del CNEL, un convegno promosso da Poste Italiane per l’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza. In coincienza con la XVIII Settimana della Cultura d’Impresa, Poste Italiane si è fatta carico di diffondere e promuovere l’impegno di “creare valore” con la promozione di politiche aziendali in materia di diritti umani e di responsabilità sociale d’impresa.
La violenza contro le donne è un fenomeno grave e complesso, particolarmente diffuso nel nostro Paese e riguarda sia aspetti sociali, che culturali del comune vivere civile. Come più volte ribadito nel corso dell’incontro dalla Dott.ssa Palladino, Presidente di D.i.Re., che gestisce più di cento Centri Antiviolenza a livello nazionale, non si è al cospetto di fenomeni di esclusiva pertinenza delle donne più disagiate, poichè trattasi, in realtà, di un problema di natura dichiaratamente trasversale. È un problema culturale, quindi, e come tale colpisce tutte le donne, senza distinzione di estrazione sociale. E a latere di tutti i danni morali, fisici e psicologici, che tale violenza è in grado di generare, ce ne è uno particolarmente subdolo, di non semplice inquadramento e risoluzione: il danno alla propria autostima.
C’è bisogno, dunque, da un lato, di prevenzione, con un’azione sistemica, che impregni la cultura veicolata nelle scuole, sin da bambini, di maggior umanità, solidarietà e senso di rispetto, sostenendo il nostro Paese verso un nuovo cambiamento culturale, partendo proprio dalla scuola. A tal proposito, diventa chiave non sottostimare mai i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, semplificandoli in comportamenti stereotipati e banali. Agire sulla prevenzione e sul contenimento di tali dinamiche disfunzionali, consente di gettare quelle basi necessarie ad evitare che si cristallizzino nel tessuto sociale, sino a passare inosservati, comportamenti travianti interamente a detrimento di un auspicato senso civico, cui in alcun modo si vuole rinunciare.
Dall’altro lato, invece, sarà necessario attivare, come ha fatto Poste Italiane, una responsabilità sociale di impresa, che perseguendo l’efficienza anche nell’allocazione delle risorse, agevoli l’inserimento professionale di tutte quelle donne che sono in uscita dai Centri Antiviolenza. Verranno per tale via attivati percorsi virtuosi con associazioni del terzo settore, che hanno competenza verticale in questo ambito, al fine di creare un interscambio tra aziende che hanno reale necessità di risorse e Centri Antiviolenza, che hanno risorse da inserire nel mondo del lavoro, a conclusione di percorsi riabilitativi.
Come ha ampiamente spiegato il Dott. Massimiliano Monnanni, Responsabile RSI – Governo dei Rischi di Gruppo – Corporate Affairs di Poste Italiane, poichè si è innanzi a politiche aziendali che generano meccanismi “Win to Win”, potenziando il percorso di sostenibilità delle aziende e generando percorsi professionalizzanti. finalizzati alla creazione di contratti ad ampia durata, se non addirittura a tempo indeterminato, si preferisce parlare di “Programma”, piuttosto che di “Progetto”, laddove il primo, connotato da una sua strutturalità e senso prospettico, differisce dal secondo, che ha di norma, invece, una scadenza neanche troppo lontana nel tempo.
Il 2018 è l’anno che ci ha consegnato un aumento della violenza sulle donne, ma soprattutto un aumento della sua efferatezza. Non può non auspicarsi, dunque, che il nostro Governo inverta la rotta di chi lo ha preceduto, ricominciando ad investire nuovamente sulla nostra scuola, da più di quindici anni, oramai, fanalino di coda delle spese di bilancio, ma anche che un modello aziendale come quello realizzato da Poste Italiane possa essere preso ad esempio e duplicato da altre aziende desiderose di dare il loro prezioso contributo sociale.
Avv. Giorgia Venerandi