Roma 19 maggio 2022
Con la legge di delegazione europea sui diritti dei consumatori si potrebbe dare all’Autorità garante della concorrenza e del mercato la possibilità di stabilire sanzioni fino al 4% del fatturato per chi viola i diritti dei consumatori.
È una misura sanzionatoria che rafforzerebbe notevolmente il potere dissuasivo dell’intervento dell’Authority e quindi innalzare l’effetto finale di tutela per i consumatori. Del resto, che siano necessarie sanzioni più incisive lo confermano la condotta delle grandi aziende digitali, ma anche delle società telefoniche o energetiche nazionali: una sanzione di 5 milioni di euro a fronte di un comportamento scorretto che viola i diritti dei consumatori e che di milioni ne fa incassare 10 o 100 diventa del tutto sostenibile se non auspicabile. Solo la minaccia di una sanzione adeguata al bilancio può far riflettere le Big sul reale ed effettivo rispetto dei diritti dei consumatori ed è proprio questo lo spirito che ha indotto la Commissione Europea ad intervenire e aggiornare le principali direttive a tutela dei consumatori.
Il recepimento dello Stato italiano, ovviamente impone un iter interno di approvazione, affidato ai rappresentanti da noi eletti da cui ci aspetteremmo un’azione, non solo un recepimento, che colga l’importanza di dare all’AGCM adeguati poteri sanzionatori tenendo ben presenti le esigenze dei consumatori, ma anche un iter veloce che dia al Paese modo e tempo di efficientare l’entrata in vigore.
Purtroppo, temiamo per l’ennesima volta di doverci ricredere sulla effettiva rappresentanza del Popolo da parte della politica perché con ben 4 emendamenti fotocopia, cioè uguali, in cui maggioranza e opposizione si ritrovano sotto lo stesso tetto, (FdI, Lega, Fi e Pd) sembrerebbero limitare le maxi-multe solo alle violazioni transfrontaliere.
L’aggiornamento al Codice del Consumo serviva a innalzare la tutela dei consumatori o a fare un gran bel regalo alle Big Tech?
A che gioco giochiamo?
Ancora una volta temiamo di stare assistendo al grande circo delle finte promesse in cui lo squilibrio, tanto per cambiare, vede le imprese protette e rappresentare e i consumatori usati, raggirati (e dimenticati).