Procede a gonfie vele l’iniziativa promossa da Konsumer Italia “Agricercando” progetto finanziato dalla Regione Lazio per la valorizzazione dell’agricoltura di prossimità, la filiera corta, i mercati e la lotta allo spreco alimentare.
Questa settimana hanno aperto i primi 4 degli 8 “Help Point” previsti dal progetto, nelle località di Frosinone, Rieti, Cassino e Roma. Una rete di veri e propri sportelli aperti al pubblico dove il cittadino potrà trovare tutte le informazioni sui temi trattati da Agricercando, conoscere il calendario delle iniziative in atto ed informarsi sul valore delle eccellenze del Lazio considerando la stagionalità dei prodotti.
L’ortofrutta rappresenta ¼ della spesa totale per la tavola degli italiani: nonostante la crisi ed il calo dei consumi registrato nell’ultimo decennio, i consumatori sono sempre più attenti al benessere a tavola, non trascurando mai il consumo di frutta verdura. Secondo uno studio del Crea, Alimenti e Nutrizione, però, solo il 51,4%% dei consumatori ritiene che la stagionalità sia l’elemento principale nell’acquisto delle verdure, mentre da una elaborazione dei dati Istat sui consumi ortofrutticoli suddivisi per regione si evince che per molti prodotti, come mele, pere e agrumi le regioni produttrici sono quelle dove la spesa media è inferiore rispetto alle altre. Ad esempio, per le mele guidano la classifica Liguria, Lazio e Toscana, con una spesa media rispettivamente di 131, 130 e 129 euro all’anno e, solo a chiudere, troviamo il suo principale produttore, il Trentino Alto Adige, con 81 euro.
“Questi dati dimostrano che, sebbene ci sia grande attenzione su questi temi, ancora molto c’è da fare, – dichiara Fabrizio Premuti, presidente Konsumer Italia-. Nei nostri Help point fissi, i consumatori potranno trovare persone preparate e formate per fornire informazioni rispetto alle caratteristiche della filiera corta e dei mercati anche quelli curati direttamente dai produttori, scoprendo i vantaggi che sia l’ambiente che la salute possono trarre dal rispetto della stagionalità dei prodotti, oltre a fornire un ottimo disincentivo ad un altro grandissimo problema che Agricercando intende affrontare, ovvero lo spreco alimentare”.
L’Italia vanta una rete di mercati contadini fittissima, unica a livello internazionale per dimensioni e caratteristiche e questo si profila come elemento chiave per ridurre lo spreco alimentare. Ogni famiglia getta nel secchio 36,9 chili di alimenti all’anno, per un valore di 250 euro, ed il cibo più gettato è la verdura (20 grammi al giorno, il 25,6% del totale), seguito subito dopo da latte e latticini (13 grammi al giorno) e la frutta (12 grammi al giorno). La causa principale da imputare allo spreco è l’aver raggiunto o superato la data di scadenza, nel 46% dei casi.
Nonostante ci sia stata una riduzione del 40% rispetto all’anno precedente, è evidente che l’incentivo all’acquisto nei farmers market sia un elemento chiave nella lotta agli sprechi alimentari: “Se l’acquisto avviene direttamente dal produttore il cibo avrà una durata maggiore, perché più fresco, e di conseguenza si ridurrà la possibilità che, col passar dei giorni, il prodotto si degradi e non sia più idoneo al consumo – spiega ancora Premuti-. Inoltre, la filiera corta riduce le emissioni in atmosfera, poiché si azzerano i km da percorrere dalla terra al banco e va ad arricchire quello che è il patrimonio agroalimentare della nostra regione, un patrimonio fatto da migliaia di piccole aziende, a volte simili ma comunque tutte diverse, in un circolo virtuoso che incrementa la responsabilità sociale dei consumatori premiando la qualità e la territorialità dei prodotti”.
Acquistare direttamente dai produttori, inoltre, incrementa l’economia circolare, che nasce ed investe sul territorio e sul territorio ritorna, anche in termini di occupazione. In più, aumenta la cognizione dei consumatori sulle coltivazioni e sugli allevamenti da cui vengono i prodotti: una ricchezza genetica unica, a partire dall’avicolo per finire con le bufale e quindi la filiera completa del latte e della famosa mozzarella che non finisce con la mozzarella ma con la commercializzazione della carne di bufalino.
Un patrimonio, quello degli allevamenti e delle coltivazioni della nostra Regione, che il Progetto Agricercando intende incrementare e promuovere avvicinando il consumatore ai produttori.