ANCHE NEL 2019 L’EVASIONE E’ CRESCIUTA DEL 3,8%, PARI A 18 MLD SOTTRATTI AL FISCO
Da un esame sull’evasione fiscale non possiamo non restare colpiti da alcune cifre che denunciano la gravità del fenomeno in Italia, richiamata anche dal Presidente Mattarella “è grave e indecente” e dallo stesso papa Francesco “prima di essere atti illegali sono atti che negano la solidarietà”. Guardando alcune cifre emerge che l’evasione complessiva è stimata in 190-220 mld di euro annui.
Nei primi mesi del 2019 è cresciuta del 3.8%, pari a 23 mld sottratti al fisco grazie ai provvedimenti del governo precedente su lavoro autonomo e condoni.
L’evasione rappresenta il 12% del PIL con una tax gap del 23,2%, cioè su 100 euro di tasse 23 sono evase.
Il lavoratore dipendente e i pensionati pagani allo stato l’81% di tutte le tasse e i contributi. L’evasione dei lavoratori autonomi e professionisti è stimata al 69,6% (secondo l’Istat) o al 68,2% (secondo la Commissione Giovannini) con un importo evaso di 46 mld (Istat) o 33 mld (Giovannini). Fra le cause dell’evasione vengono richiamate le leggi compiacenti agli evasori, che permettono una forte elusione, cioè un’evasione legalizzata nel lavoro autonomo e nelle imprese; gli scarsi e nulli controlli da parte dell’Agenzia delle entrate, da anni sotto organico; la certezza dell’impunità sia per i livelli di ricorso giudiziario che i ripetuti condoni.
L’evasione tuttavia non riguarda solo il lavoro autonomo; i grandi settori di evasione sono:
- il lavoro nero (2,9 mln di lavoratori, incluso 850mila dipendenti col doppio lavoro) per un’evasione stimata di 34 mld;
- l’economia criminale (mafia italiana ed estera, con una evasione stimata di 78 mld);
- società di capitali escluse le grandi imprese (evasione stimata 22 mld); Il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro. Alcune di queste sono programmate per chiudere ogni 5 anni e, oltre ad evadere tasse, non pagano fornitori e lavoratori;
- Big company, evasione stimata 37 mld. Le grandi società, una su 3, chiudono in perdita senza pagare alcuna tassa. Il 94% delle grandi imprese usano il “transfer pricing”: spostano, cioè, costi ricavi e fatturazione in paesi di comodo dove c’è meno imposizione e soprattutto dove non ci sono controlli fiscali;
- Sovrafatturazione e sottofatturazione dell’import\export, un sistema esploso con la globalizzazione.
La lotta all’evasione non può essere fatta con decisioni all’ultimo minuto da parte del governo, con provvedimenti sotto l’urgenza di una finanziaria da varare. La lotta all’evasione va studiata e ogni tipologia richiede strumenti specifici, personale preparato, accordi internazionali. Tra i dati sull’evasione succitati, per essere precisi, molti riguardano l’elusione fiscale. Moralmente evasione ed elusione sono la stessa cosa, ma legalmente sono ben diverse. L’elusione è fatta sulle pieghe delle normative non chiare e compiacenti, sulle quali occorre intervenire eliminando i vuoti normativi che le consentono, soprattutto occorre dotarsi di una agenzia delle entrate moderna, con tecnologie e risorse umane adeguate, e porre con forza l’esigenza in seno alla Commissione europea di combattere l’elusione delle imprese e delle multinazionali.
Ufficio stampa Konsumer Italia