Olio extravergine di oliva a 5,99 euro: appare il sottocosto al supermercato

Con l’abbassamento delle quotazioni dell’olio extravergine di oliva all’ingrosso in Spagna si faranno sempre più frequenti le promozioni ma il sottocosto va dichiarato. Il buon esempio di DiPiù


L’olio extravergine di oliva spagnolo ha perso quasi un euro di valore in poche settimane e questo trend favorisce il ritorno delle offerte speciali al supermercato dopo le ferie estive.

Tradizionalmente la fine dell’estate coincide con la stagione dei volantini sull’olio extravergine di oliva, al pari del periodo successivo al Natale. Sono momenti dell’anno in cui la propensione alle spese scende e quindi i supermercati tendono a invogliare all’acquisto tramite offerte particolarmente convenienti, specie di una serie di prodotti, chiamati prodotti civetta, che fanno da richiamo, da traffic builder.

L’olio extravergine di oliva, da decenni, è un traffic builder, un prodotto civetta.

La sua natura non è cambiata neanche in questi due anni di campagne olearie scarse. E’ cambiata la fascia prezzo ma una promozione sull’olio, in tutti i volantini, c’è sempre stata. Al limite sono spuntati i condimenti, per la fetta della popolazione basso spendente. Un altro trucco commerciale molto in voga è il downsizing o shrinkinflation, nome inglese che nasconde la prassi di mantenere vecchi prezzi, riducendo il contenuto netto nella confezione. Abbandonate le bottiglie da litro sono proliferate quelle da 750 ml o addirittura da 500 ml, allo stesso prezzo di quelle precedenti da litro.

Tutto pur di non cambiare la natura dell’olio, quella da prodotto civetta.

Le vecchie logiche commerciali e distributive sull’olio extravergine di oliva sono dure a morire e, tra i buyer, non si vede l’ora di una buona campagna olearia per far tornare tutto come prima. Olio a 3,99 euro e si torna a far affari come sempre.
Con l’abbassamento delle quotazioni dell’olio extravergine di oliva all’ingrosso in Spagna si faranno sempre più frequenti le promozioni ma il sottocosto va dichiarato. Il buon esempio di DiPiù


L’olio extravergine di oliva spagnolo ha perso quasi un euro di valore in poche settimane e questo trend favorisce il ritorno delle offerte speciali al supermercato dopo le ferie estive.

Tradizionalmente la fine dell’estate coincide con la stagione dei volantini sull’olio extravergine di oliva, al pari del periodo successivo al Natale. Sono momenti dell’anno in cui la propensione alle spese scende e quindi i supermercati tendono a invogliare all’acquisto tramite offerte particolarmente convenienti, specie di una serie di prodotti, chiamati prodotti civetta, che fanno da richiamo, da traffic builder.

L’olio extravergine di oliva, da decenni, è un traffic builder, un prodotto civetta.

La sua natura non è cambiata neanche in questi due anni di campagne olearie scarse. E’ cambiata la fascia prezzo ma una promozione sull’olio, in tutti i volantini, c’è sempre stata. Al limite sono spuntati i condimenti, per la fetta della popolazione basso spendente. Un altro trucco commerciale molto in voga è il downsizing o shrinkinflation, nome inglese che nasconde la prassi di mantenere vecchi prezzi, riducendo il contenuto netto nella confezione. Abbandonate le bottiglie da litro sono proliferate quelle da 750 ml o addirittura da 500 ml, allo stesso prezzo di quelle precedenti da litro.

Tutto pur di non cambiare la natura dell’olio, quella da prodotto civetta.

Le vecchie logiche commerciali e distributive sull’olio extravergine di oliva sono dure a morire e, tra i buyer, non si vede l’ora di una buona campagna olearia per far tornare tutto come prima. Olio a 3,99 euro e si torna a far affari come sempre.

Non sono bastate due annate straordinarie, di eccezionale scarica produttiva. Probabilmente serviranno shock più forti per favorire un cambio di mentalità sul prodotto.

Nel frattempo ci si deve accontentare di piccoli passi.

Quello che non abbiamo visto, se non in questa occasione, e pertanto è meritevole di segnalazione: l’indicazione di un sottocosto. Raro, rarissimo esempio di correttezza e trasparenza commerciale.

Ormai il prezzo pieno, da consumatori, non lo vediamo più. Quasi fosse una speculazione. E’ il prezzo in offerta quello vero.

Sottocosto, a lettere cubitali, significa dare un altro messaggio: non è il valore reale del prodotto ma un’eccezione dove gli operatori ci rimettono, per un quantitativo limitato, per offrirti un prezzo particolarmente conveniente.

L’olio extravergine di oliva viene sempre utilizzato come prodotto civetta ma almeno si iniziano a fornire delle indicazioni sul reale valore del prodotto.

Se l’olio a 5,99 euro è percepito come un’eccezione e non la regola, si può cominciare a sperare di fare cultura di prodotto con altre modalità.

Avevo sperato nella rivoluzione, mi converto al riformismo…

di Alberto Grimelli

Non sono bastate due annate straordinarie, di eccezionale scarica produttiva. Probabilmente serviranno shock più forti per favorire un cambio di mentalità sul prodotto.

Nel frattempo ci si deve accontentare di piccoli passi.

Quello che non abbiamo visto, se non in questa occasione, e pertanto è meritevole di segnalazione: l’indicazione di un sottocosto. Raro, rarissimo esempio di correttezza e trasparenza commerciale.

Ormai il prezzo pieno, da consumatori, non lo vediamo più. Quasi fosse una speculazione. E’ il prezzo in offerta quello vero.

Sottocosto, a lettere cubitali, significa dare un altro messaggio: non è il valore reale del prodotto ma un’eccezione dove gli operatori ci rimettono, per un quantitativo limitato, per offrirti un prezzo particolarmente conveniente.

L’olio extravergine di oliva viene sempre utilizzato come prodotto civetta ma almeno si iniziano a fornire delle indicazioni sul reale valore del prodotto.

Se l’olio a 5,99 euro è percepito come un’eccezione e non la regola, si può cominciare a sperare di fare cultura di prodotto con altre modalità.

Avevo sperato nella rivoluzione, mi converto al riformismo…

di Alberto Grimelli
Direttore di Teatro Naturale