Konsumer in visita ad Accumoli
Diciannove mesi dopo il forte sciame sismico che ha colpito il centro Italia, lo scenario è ancora complesso; nonostante il primo pensiero vada alle vittime e alle persone del luogo che hanno subìto perdite emotive e materiali, i fattori che entrano in gioco nella ripartenza sono molti.
La burocrazia, la paura di nuove scosse e il dolore rallentano la rinascita, ma i luoghi terremotati sono ancora frequentati e Konsumer vuole documentare, attraverso il progetto “Agricercando” finanziato dalla regione Lazio, le realtà agroalimentari del reatino e le loro eccellenze.
Presso il centro commerciale “Monti della Laga” ad Accumoli, si ritrovano commercianti e produttori locali che mossi da tenacia e solidarietà reciproca, condividono una struttura ai piedi dei Monti della Laga. Un centro commerciale che purtroppo è quasi una cattedrale nel deserto, lamentano i commercianti locali, Neanche un’indicazione a guidare i pochi stranieri percorrenti la Salaria, per’altro promessa, così che gli affitti corrano, mese dopo mese, come il passivo che si cumula.
Rita Santi titolare di “I veri sapori di una volta”, un forno che produce prevalentemente biscotteria, parla ai microfoni di Konsumer, raccontando come il suo laboratorio con sede a Terracino, sia inagibile da ormai quasi due anni.
La sua è una storia di solidarietà: ha avuto la grande fortuna di essere ospitata in un hotel dove, ricomprando gli strumenti del mestiere, ha ricominciato la sua produzione, riallestendo il suo laboratorio.
Grazie a Coldiretti e Campagna Amica, Rita Santi non ha mai smesso di lavorare, vendendo i suoi prodotti sia verso nord a Firenze, Milano e Bergamo, sia a sud, come Roma e prossimamente, Bari. Ha inoltre ricevuto un invito per spedire i suoi prodotti a Londra, internazionalizzando l’eccellenza della produzione dolciaria italiana.
La signora Santi è intenzionata a proseguire la sua attività insieme alla figlia, dovendosi però scontrare con la burocrazia che rallenta il raggiungimento di ogni nuova svolta.
Analogamente la “Cooperativa Grisciano” attiva dal 1981 è una realtà vigorosa, ma in parte piegata dagli eventi sismici del 2016.
“Dopo il terremoto, la parte più danneggiata è stata quella dell’allevamento”, spiega Sara, rappresentante della cooperativa; durante le scosse, il tetto di una delle stalle è crollato sopra circa sessanta ovini.
L’azienda possiede un allevamento zootecnico di capi bovini di razza Pezzata Rossa e Marchigiana, capre, ovini e la pregiata razza di suini neri, un laboratorio di trasformazione tecnologica della carne per la produzione di salumi e un agriturismo.
“Prima si lavorava col turismo nel fine settimana, ora con gli operai durante la settimana”, gli abitanti delle seconde case infatti, muovevano l’economia locale, grazie ai loro soggiorni primaverili ed estivi più o meno brevi.
Oggi la “Cooperativa Grisciano” è attiva sul territorio romano in un mercato a piazza Belotti, poiché la vendita diretta si è fortemente ridotta.
Sara spiega quanto sia necessario promuovere iniziative che riavvicinino le persone ai luoghi del terremoto, perché più importante di mostrare ciò che è successo, è far vedere ciò che c’è oggi: una natura incontaminata, un patrimonio enogastronomico prezioso e lo spirito combattivo di chi è rimasto.
Con l’associazione “Amici di Grisciano”, inoltre, si sta prospettando l’obiettivo di fare della pasta alla gricia una “Specialità tradizionale garantita”, avanzando una richiesta di certificazione e stilando un disciplinare di produzione che regoli quali prodotti usare per ottenere una ricetta tradizionalmente fedele e corretta.
L’uso di specifici ingredienti reperibili nella zona di Grisciano consentirà anche alla comunità e al territorio di ottenere visibilità oltre che muovere l’economia del luogo, le cui sorti sono oggi di fatto in mano ai pochi produttori agricoli rimasti nel territorio.
Eleonora Cimarelli