Tutte le bollette che fatturano gas agli utenti “domestici”, e una buona parte di quelle che fatturano energia elettrica, non sono regolari e potrebbero essere impugnate.
Per l’utenza di una seconda casa, ad esempio, le bollette addebitano un consumo fittizio di energia elettrica; sul quale si pagano poi trasporto, distribuzione, oneri di sistema, tasse e accise.
Non va meglio per il gas, dove il consumo rilevato sul contatore viene moltiplicato per un coefficiente, sempre maggiore dell’unità, e la bolletta pretende di addebitare falsi standard metri cubi, con sei cifre dopo la virgola.
Eppure la legge è chiara: nei contratti di somministrazione di gas la quantità scambiata contro il prezzo deve essere espressa in unità di misura legali – e gli standard metri cubi non lo sono mai stati – come legali devono essere gli strumenti che la rilevano.
I nuovi contatori, che ci stanno sostituendo e che potranno essere manipolati da remoto, non lo sono.
Sembra che i nuovi al MISE non vogliano affrontare il problema, nonostante il nuovo sottosegretario Crippa, l’anno scorso, gridasse allo scandalo.
È invece auspicabile che il MISE riprenda il controllo della metrologia legale dopo averla lasciata per decenni alla mercé delle lobbies dell’energia, mentre ad Arera venivano conferiti ruoli che non le competono.
Una chiara presa di posizione del Ministero potrebbe evitare una valanga di contenziosi.
Ing. Edoardo Beltrame