I risultati della conferenza deludono le aspettative europee relative all’accordo sul clima.
Ai Paesi in via di sviluppo il fondo per i danni causati dai cambiamenti climatici
La vera novità è la nascita del fondo “Loss and Damage” per il ristoro delle perdite e dei danni causati dal riscaldamento globale. Solo alle battute finali l’assemblea plenaria della Cop27, che si è svolta a Sharm el Sheikh, ha trovato un accordo significativo. Per la prima volta le Nazioni del Mondo hanno deciso di pagare i danni ai Paesi vittime dei disastri climatici. Un patto raggiunto in extremis dopo due settimane difficili con la paura di un clamoroso fallimento.
Il vertice è stata una vera partita a scacchi. A portare a casa il risultato la Cina assieme al G77 (i paesi in via di sviluppo) e soprattutto i paesi vulnerabili e più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico. In Egitto sarà, quindi, nominata una commissione di esperti, una sorta di comitato di transizione, che porterà il progetto del fondo alla Cop28 di Dubai, l’anno prossimo, e che dovrà decidere entro fine 2023 chi paga cosa a chi e con quali strumenti finanziari. Il fondo che dovrebbe essere operativo tra due anni è stato la battaglia di oltre 15° paesi colpiti da eventi sempre più estremi.
Sul fronte della mitigazione dei cambiamenti climatici, è stato confermato l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, mentre le aspettative Europee erano più alte in merito. Secondo il negoziato i Paesi si impegnerebbero a raggiungere il picco delle emissioni globali entro il 2025 e a ridurre gradualmente tutti i combustibili fossili, non solo il carbone, come previsto dal patto di Glasgow dello scorso anno. Si tratta di una condizione che richiede, ovviamente, l’impegno e la responsabilità dei Paesi in via di sviluppo, chiamati a redigere un rapporto annuale sui progressi compiuti nell’attuazione della riduzione graduale dell’energia da carbone.
A Sharm imprese e Paesi produttori di gas e petrolio hanno tentato in ogni modo di rallentare una transizione necessaria e ormai e inevitabile, ma che si scontra oggi con una crisi economica che rimette tutto in discussione.
Annalisa Maiorano
Responsabile settore Ambiente Konsumer Italia