Simone Biles ha pianto al Senato parlando delle negligenze dell’Fbi nell’indagine sulle accuse di abusi sessuali contro l’ex medico della Nazionale Usa Larry Nassar. La storia di un uomo che ha abusato di centinaia di atlete per anni.
Le lacrime di Simone Biles al Senato, mentre parlava delle negligenze dell’Fbi nell’indagine sulle accuse di abusi sessuali contro l’ex medico della Nazionale Usa Larry Nassar , hanno fatto il giro del mondo. La star dell’atletica mondiale ha parlato di un «intero sistema che ha permesso e perpetuato» gli abusi sessuali commessi da Nassar.
La storia dell’ex medico della Nazionale racconta di centinaia di abusi, commessi dal professionista per anni ai danni delle ragazze. «È un mio onore e privilegio condannarla. Ho appena firmato la sua condanna a morte. Il suo prossimo tribunale sarà quello di Dio». Nel gennaio 2018 con queste parole la giudice Rosemarie Aquilina condannava Nassar a una pena compresa tra i 40 e i 175 anni di carcere per molestie sulle sue pazienti. Durante l’udienza, 150 donne si sono presentata in tribunale a testimoniare contro il medico, ma le abusate sono molte di più.
Tra di loro anche le star dello sport a stelle e strisce: Jordyn Wieber, McKayla Maroney, Jamie Dantzscher, Aly Raisman e Simone Biles, tutte chiamate a testimoniare contro l’uomo che aveva abusato di loro (in molti casi quando erano ancora minorenni). E adesso sotto processo sono i funzionari e le strutture federali che avrebbero dovuto impedire le violenze o comunque interromperle e punirne prima l’autore.
La vicenda
Il dottor Nassar è accusato di aver molestato bambine e ragazze per anni, con la scusa di manipolarle per trattamenti medici o massaggi. Alcune di queste avevano addirittura 6 anni e molte erano ginnaste olimpiche. Le prime denunce risalgono al 2015 e le inchieste giornalistiche, come quella condotta dall’Indianapolis Star, a un anno dopo. Il giornale di Indianapolis scrisse che più di trecento fra atleti e atlete avevano subìto abusi da parte di allenatori, medici e dirigenti nel corso di vent’anni; Nassar era il più citato.
Prima del processo per molestie nei confronti di centinaia di pazienti, l’ex medico della Nazionale Usa era stato condannato a 60 anni di prigione federale per pedopornografia. Era stato trovato in possesso di almeno 37 mila video e immagini di pornografia infantile, comprese fotografie di bambini in età prepuberale impegnati in atti sessuali. Si era poi dichiarato colpevole per abusi su sette ragazze. Ma era solo la punta dell’iceberg. Mano a mano che i numeri delle atlete molestate salivano, il caso assumeva proporzioni mostruose e le persone che avevano lavorato vicino a Nassar si dimettevano: è stato così per il presidente e diversi membri del consiglio dell’Usa Gymnastics (che aveva licenziato solo nel 2015 Nassar), la presidente dell’Università del Michigan Lou Anna K. Simon, dove per anni aveva lavorato il medico.
Nel corso del processo ha ammesso di aver commesso abusi sulle ragazze (come penetrazioni con le dita senza il loro consenso e atti di masturbazione). In una delle sue dichiarazioni in aula, Nassar ha detto: «Per tutte le persone coinvolte, mi dispiace terribilmente. È un fiammifero che è diventato un incendio fuori controllo. Dico il rosario ogni giorno per il perdono. Voglio che guariscano. Voglio guarire. È ora». Rachael Denhollander, una delle prime donne a presentare accuse pubbliche contro il dottor Nassar, il giorno dell’udienza di condanna dell’ex medico della Nazionale aveva detto. «Larry è il tipo di aggressore più pericoloso — ha detto —. Uno che è in grado di manipolare le sue vittime attraverso metodologie di toelettatura freddamente calcolate, presentando la persona esterna più sana e premurosa come un mezzo deliberato per garantire un flusso costante di bambini da assalire».
Nel febbraio 2021 John Geddert, il t ecnico della squadra di ginnastica olimpica femminile a Londra 2012, si era suicidato dopo essere stato formalmente incriminato con 20 capi di accusa: traffico di esseri umani, molestie e aggressioni sessuali, racket e altro. Secondo la Procura che indagava su di lui, Geddert sapeva chiaramente che cosa facesse «il dottor Larry» nel suo ambulatorio e non fece mai nulla per proteggere le sue ragazze. Ma l’ex tecnico era a sua volta autore di abusi fisici, emotivi e sessuali sulle atlete che allenava.
Il ruolo dell’Fbi
Il 15 settembre 2021, a più di tre anni dalla condanna di Larry Nassar, si è tenuta un’audizione davanti alla commissione Giustizia del Senato sulle negligenze dell’Fbi nell’indagine sulle molestie da parte dell’ex medico della Nazionale di ginnastica Usa. L’accusa rivolta ai funzionari e alle strutture federali — sostenuta da atlete famose e premiate come Simone Biles, Mckayla Maroney, Maggie Nichols, Aly Raisman — è quella di non aver agito prima nei confronti di Nassar, fermando le violenze sulle atlete. Sono previste anche le testimonianze del direttore del Bureau, Christopher Wray, e dell’ispettore generale del dipartimento di Giustizia, Michael Horowitz. Lo stesso Horowitz aveva dichiarato, in un rapporto recente, che diverse violazioni dei protocolli erano stati la causa di mesi di ritardo nelle indagini, consentendo così all’ex medico di abusare di diverse altre vittime. I funzionari dell’Fbi «non hanno risposto alle accuse con la serietà e l’urgenza che avrebbero meritato e richiesto — si legge nel dossier —. Hanno commesso numerosi errori e violato molteplici regole del Bureau».
Mckayla Maroney, medaglia d’argento nel volteggio a Londra 2012, ha detto che l’Fbi «ha minimizzato e ignorato» la vicenda dopo la sua denuncia nel 2015 e ha accusato l’Fbi di aver ritardato le indagini. «Non solo l’Fbi non ha tenuto conto della mia denuncia – ha detto Maroney —, ma dopo 17 mesi, quando è stato confermato l’abuso subito, sono state fatte affermazioni completamente false su ciò che ho detto. Se non hanno intenzione di proteggermi, voglio sapere chi stanno cercando di proteggere». «Incolpo Larry Nassar e biasimo anche un intero sistema che ha permesso e perpetrato i suoi abusi», ha detto Simone Biles tra le lacrime, sostenendo che la Usa Gymnastics e il Comitato Olimpico e Paralimpico degli Stati Uniti «sapevano che ero stata abusata dal loro medico ufficiale della squadra». Un sistema, in tutto e per tutto, che impediva che la storia di violenze venisse alla luce.
Chi è Larry Nassar
Nassar ha studiato all’Università del Michigan, specializzandosi in osteopatia e poi orientandosi alla medicina sportiva. Nel 1986 entrò a far parte del team della Usa Gymnastics, la squadra nazionale, e nel 1996 diventò il coordinatore dello staff medico. Ha preso parte a quattro Olimpiadi, seguendo le atlete ad Atlanta (1996), Sydney (2000), Pechino (2008) e Londra (2012). Ma non aveva mai lasciato perdere la carriera accademica: era infatti docente di Osteopatia all’Università del Michigan. Prima dello scandalo, era sposato con Stephanie. La moglie ha ottenuto il divorzio nel gennaio 2017, lasciando l’uomo e andandosene con i tre figli, un maschio e due femmine.
Larry Nassar non era un professionista qualunque: era una persona conosciuta nell’ambiente: aveva ricevuto 31 premi da varie organizzazioni, come lo «United States Women’s Gymnastics Elite Coaches Association», dove per anni aveva molestato sessualmente le sue pazienti. Le giovani e giovanissime atlete si presentavano per necessità mediche e qui venivano abusate dal medico. Qualcuna di loro ha ricordato di essersi presentata con un infortunio all’anca e di aver subito — senza ricevere alcuna giustificazione o spiegazione medica — penetrazioni vaginali e anali per decine di minuti. Episodi che si sono verificati in almeno sei occasioni, con altrettante pazienti, secondo quanto riportato nelle indagini.
La storia nei documentari
La vicenda degli abusi perpetuati dal dottor Nassar nei confronti delle atlete della squadra Usa di ginnastica è stata raccontata dal documentario di Netflix Atleta A , che ripercorre la storia delle ragazze e dei giornalisti che hanno portato a galla gli abusi e la cultura dell’ambiente. Il documentario è diretto da Bonni Cohen e Jon Shenk ed è disponibile su Netflix dal 2020.
Tutto inizia dall’inchiesta firmata dai giornalisti dell’IndyStar Steve Berta, Marisa Kwiatkowski, Mark Alesia e Tim Evans e mostra, mano a mano che si procede nel racconto, come la Usa Gymnastics non sia stata in grado di gestire le accuse di abusi sessuali, lasciando Nassar libero di molestare per anni centinaia di ragazze con la scusa di offrire loro dei «trattamenti» per migliorare il proprio livello di preparazione atletica. La vicenda viene raccontata tramite le testimonianze delle pazienti abusate, mettendo loro in primo piano invece dell’abusante.
Prima di Atleta A, a raccontare la storia delle centinaia di ragazze molestate sessualmente da Larry Nassar era stato il documentario At the Heart of Gold: Inside the Usa Gymnastics Scandal , prodotto per HBO dal dottor Steven Ungerleider e da David Ulich, sotto la regia di Erin Lee Carr.
https://www.corriere.it/esteri/21_settembre_16/larry-nassar-simone-biles-abusi-ginnastica-usa-6d22c4cc-16bc-11ec-8284-145049fd3f8d.shtml