I primi interventi di modifica della disciplina della bolletta 2.0 dell’Autorità per l’Energia con Delibera 242/2021/R/com, licenziati lo scorso 8 giugno con l’obiettivo di rendere maggiormente trasparente – e quindi comprensibile al consumatore – la bolletta per il consumo dell’energia elettrica e del gas, suscita forti perplessità e preoccupazione circa l’effettiva semplificazione del sistema di lettura e, conseguentemente la maggiore trasparenza della fattura.
Riteniamo, per esempio, che:
- Debba essere inserita – tra le informazioni minime riportate in fattura e con l’obiettivo di garantire al cliente finale un’informazione idonea a una maggiore comprensione – la voce relativa al costo medio dell’energia per KWh effettivo (lo stesso valga per il gas) in luogo della soppressione della voce relativa al costo medio unitario;
- La dicitura “l’inserimento di informazioni funzionali alla riscontrabilità e alla confrontabilità delle condizioni economiche del proprio contratto rispetto alle offerte presenti nel mercato libero, tra cui l’indicazione del Codice Offerta (…)” incentivi l’incomprensione nel lettore favorendo l’incremento di reclami;
- Consideriamo superfluo – perché il cliente ha ormai acquisito capacità sufficienti a effettuare il calcolo autonomamente – l’inserimento del consumo annuo aggiornato;
- Ravvisiamo problemi di privacy in relazione alla concessione agli operatori di verificare la “maturità digitale” del cliente in ordine al recapito della bolletta sintetica dematerializzata: gli operatori trattano già i nostri dati personali, vogliamo che conoscano anche le nostre competenze digitali? A tale riguardo ci proponiamo di interessare il Garante.
È evidente, quindi, che Arera più che semplificare abbia deciso di complicare ulteriormente la lettura della bolletta. A questo punto ci chiediamo anche se la “nuova” bolletta comporterà “nuovi” oneri per gli utenti dato che ciascun operatore dovrà necessariamente aggiornare i propri sistemi informatici e, quindi, i propri gestionali, su chi ricadranno i costi di “adeguamento” (ma soprattutto, sotto quale voce)?
Per concludere, indichiamo gli elementi che, ci sembra, siano stati palesemente omessi dalla “bolletta 2.0”: i riferimenti dei soggetti da contattare per comunicare l’autolettura, inviare un reclamo, una mail di opposizione al direct marketing, oltre all’indicazione chiara del responsabile della protezione dei dati personali, del loro trattamento e i relativi recapiti per l’eventuale richiesta di cancellazione. Cose non da poco.