Non fanno altro che ripeterci di fare attenzione ad un probabile arrivo di un’ondata di ritorno del Covid per l’autunno, e quindi nasce spontanea la domanda: come ci si sta preparando per questa eventualità? Speriamo che non accada, ma se dovesse accadere, esiste un piano pandemico per far fronte a questa probabile ondata.
Cosa dovrebbe prevedere questo piano? Misure economiche precise, piani sanitari che evitino nuovi focolai nelle strutture sanitarie, monitoraggio attraverso un sistema ben strutturato di analisi a tappeto per verificare i positivi. Molte sono le cose che non sono andate per il verso giusto appena è scoppiata la pandemia, ma a parziale giustificazione vi è stata l’improvvisa gravità e l’effetto sorpresa. Ma dagli errori si può imparare ed ora, se dovesse ritornare l’emergenza, errare sarebbe diabolico.
Le misure economiche di emergenza potrebbero essere già scritte oggi, evitando gli errori commessi: sostegno al reddito, cassa integrazione, forme di tutela meno approssimative e liquidità di sostegno.
Il sistema sanitario non deve basarsi solo sull’aumento dei posti di terapia intensiva ( numero finalmente aumentato in questi mesi di emergenza ), ma prepararsi con un protocollo preciso che serva ad aumentare la sicurezza nei presidi deputati a verificare la positività di un soggetto.
Insomma, per dircela tutta, se avverto dei sintomi che devo fare? Correre in un pronto soccorso e infettare tutti, attendere che qualcuno forse mi faccia un tampone? Oppure sentirsi dire di stare a casa, rischiando di creare nuovi focolai familiari? Sarebbe più giusto prevedere cosa fare per gestire una situazione del genere, in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, partendo dal rafforzamento dei presidi sanitari di prossimità, dando regole di ingaggio precise innanzitutto ai medici di famiglia.
Oggi sappiamo a memoria le regole sul distanziamento e cosa fare e non fare quando si è in locali al chiuso, ma cosa sappiamo veramente su come sarà organizzata la scuola? È possibile che non vi sia ancora un preciso orientamento su cosa fare se dovesse essere decretato un altro lockdown? Si parla di didattica a distanza e basterebbe vedere cosa è accaduto negli ultimi mesi per capire che non si può pretendere che la didattica a distanza sia gestita in totale anarchia, con differenti piattaforme, con orari e durate a discrezione del singolo insegnante.
Occorre prevedere regole uguali per tutti: piattaforma unica, orari precisi e modalità operative omogenee. Certo che sarebbe meglio che non accada nulla di grave, ma se richiudiamo tutto, non possiamo più improvvisare.
Queste cose le diciamo in difesa dei diritti dei consumatori, che sono innanzitutto dei cittadini e fanno parte di una comunità che deve darsi regole precise e programmare come tutelare tutti, soprattutto in casi epocali come una pandemia mondiale.
Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico e catastrofico.
Vincenzo Ferrante
Vice Presidente Konsumer Italia