I consumatori tedeschi bocciano l’olio extra vergine di oliva che trovano nei supermercati
La rivista Oko Test, noto magazine dei consumatori tedeschi, che esegue mensilmente valutazioni sui prodotti in commercio a maggio si è occupata di olio extra vergine di oliva, testando la qualità di questi prodotti non solo sotto il profilo legale ma anche per il tenore in alcuni inquinanti, come MOSH e MOAH, di cui Teatro Naturale aveva parlato qualche settimana fa.
Oko Test, ancor prima di entrare nel merito dei risultati, mette in guardia i consumatori tedeschi, affermando che “l’olio d’oliva è addirittura considerato il prodotto alimentare più contraffatto d’Europa. Non dappertutto, dove c’è scritto “extra vergine”, c’è del buon olio. Il nostro test di 20 oli di oliva purtroppo lo conferma.”
Come detto la rivista ha acquistato venti oli presso supermercati, discount e negozi biologici, con range di prezzo che andavano da 2,39 euro a 13,2 euro. Dodici dei venti oli sotto esame erano dichiarati biologici.
Iniziamo col dire che quattro oli su venti non hanno superato il panel test e sono stati declassati dalla rivista tedesca da extra vergini a vergini di oliva. Gli oli bocciati provenivano due dalla Tunisia, uno dalla Spagna e l’ultimo era una miscela di oli comunitari di un noto marchio italiano, De Cecco.
La redazione ha fatto testare i prodotti da diversi laboratori per l’individuazione di sostanze nocive come pesticidi, plastificanti e residui di oli minerali.
“Con “buono” possiamo consigliare solo due oli di oliva: un prodotto convenzionale e un prodotto biologico.” dichiara la rivista tedesca. Si tratta di un olio biologico greco della cultivar Koroneiki, marchio Rapunzel, e di un olio IGP Toscano, convenzionale, a marchio Primoli.
Quasi la metà degli oli testati fallisce. In totale nove sono “inadeguati” o “insufficienti”.
Il problema principale è la forte contaminazione da residui di olio minerale. E’ stato rilevato anche il dibutilftalato in tre oli. L’Unione europea classifica questo plastificante come tossico per la riproduzione, motivo sufficiente per cui non dovrebbe essere presente negli alimenti.
Non è stato possibile dimostrare il contenuto considerevole di altri inquinanti, diversi da MOSH/MOA, presi in esame dai laboratori tedeschi. Si tratta di idrocarburi degli oli minerali, potenzialmente cancerogeni. Particolarmente preoccupante è la presenza di molti idrocarburi aromatici MOAH nella metà degli oli sotto esame. Più della metà degli oli contiene anche gli idrocarburi saturi MOSH/POSH. Il corpo deposita MOSH nel fegato, nei linfonodi, nella milza e nel tessuto adiposo.
I produttori o confezionatori di questi oli, interpellati da Oko Test, hanno cercato di minimizzare il problema, alcuni indicando che la presenza potrebbe essere anche naturale, derivando per esempio dalle cere delle olive.
Tuttavia, il laboratorio da incaricato dalla rivista tedesca esclude la possibilità che i MOSH/MOAH esaminati provengano dalla natura, perché il laboratorio ha separato gli idrocarburi naturali da quelli di origine petrolifera con un metodo complesso.
Secondo Oko Test, le olive entrano in contatto con l’olio minerale durante la raccolta negli oliveti e durante la produzione.
I MOAH può provenire da oli lubrificanti di macchine per la raccolta, nastri trasportatori di frantoi, motoseghe per la potatura degli ulivi, ma anche da pesticidi a base di olio di paraffina, polveri fini e gas di scarico.