I Castelli Romani declinano appieno una mirabolante versione della Dieta Mediterranea. Il complesso sistema delle minestre con le innumerevoli varianti, il pianeta della pasta fresca che in paesi confinanti assume connotazioni diverse (Lane a San Cesareo, Pincinelle a Colonna, Gnocchetti a code di sorica a Zagarolo, ecc), lo sviluppo di nove Doc per il vino, lincredibile maestria nel trattamento alimentare di erbe selvatiche, di verdure, di uova, di carne di maiale, di cinghiale e di manzo, luniverso dei dolci da forno, ecc., forniscono una ricchezza di contenuti, amalgamabili solo nel contesto di una grande civiltà alimentare. Qualcuno ha voluto banalizzare, identificando i Castelli Romani come il regno delle Fettuccine ai funghi porcini e dellabbacchio allo scottadito. Nei tempi della globalizzazione si è cercato un posizionamento facile e remunerativo che alla lunga è risultato deleterio e poco sincero. La complessità di una cucina, articolata in una miriade di varianti ed espressa da un variegato sistema di produzione artigianale è stata derisa ed omologata. Il declino economico e culturale è iniziato in quel preciso istante ed è stato successivamente ingigantito dalla crisi economica. Come totem dai piedi di argilla sono caduti illustri templi della ristorazione. In un tessuto economico debole, con lindustria della ristorazione in impasse hanno vissuto gravi sofferenze gli artigiani, le piccole imprese e gli agricoltori che con la loro maestria avevano reso ampio ed appetibile il paniere delle produzioni locali. La politica è stata incapace di interpretare e dirigere verso il cambiamento. Adesso è opportuno riabilitare. Le piccole comunità del cibo, che trovano i propri capisaldi nelle massaie, negli artigiani e nelle trattorie, devono riprendere il sopravvento. La cultura e la grande tradizione devono cercare momenti di sintesi anche negli interventi degli enti istituzionali. Attorno ad un Manifesto della Dieta mediterranea che propugna la nuova rivoluzione del cibo si possono cercare le opportunità per costruire un futuro di speranza più consono alle esigenze dellambiente e della salute.
Cosa è la Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea non è una semplice prescrizione di alimenti e di apporti calorici, ma un sistema di vita ed una forma di espressione della cultura di un ben definito contesto geografico. Non a caso lUnesco ha inserito la Dieta Mediterranea tra i tesori culturali da tutelare nellinteresse dellUmanità per la grandezza dei valori sociali e per il rapporto corretto generato sullambiente. I popoli del Mediterraneo, infatti, hanno costruito intorno al cibo un intenso sistema di relazioni sociali (convivialità) ed una cultura popolare di riferimento, espressa in una serie innumerevole di manifestazioni popolari. La cultura del cibo ha dato sviluppo alle antiche civiltà (dei coltivatori, degli allevatori, delle corporazioni, ecc.) che hanno costruito la complessità delle odierne società organizzate. LOrganizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto che non esiste un sistema di nutrizione così equilibrato e salutare come è quello proposto dalla Dieta Mediterranea. Molte nazioni europee e di Oltreoceano hanno inserito la Dieta Mediterranea nei programmi disciplinari delle scuole dellobbligo e non si contano le iniziative avviate nel mondo per emulare lo stile mediterraneo. Anche Michelle Obama, moglie del Presidente degli Usa, preoccupata per laumento dellobesità nella fascia dei teen-ager americani, come primo atto del suo insediamento alla Casa Bianca ha presentato agli esterrefatti giornalisti un orto coltivato con essenze e semi italiani. Ancel Keys, insigne figura di scienziato medico, vissuto e morto a Pioppi nel Cilento alla veneranda età di 100 anni, quando è arrivato in Italia, agli inizi degli anni Cinquanta, è rimasto colpito dalla scarsissima incidenza di malattie cardiache. In collaborazione con i migliori medici del mondo sono iniziate delle importanti ricerche cliniche ed epidemiologiche che hanno portato finalmente allindividuazione del rapporto causa-effetto tra cibo e patologie degenerative del sistema circolatorio, del cuore e del cervello. Keys, inventore della razione K, usata dagli eserciti Usa e della Nato, notò che almeno a tavola non esistevano discriminazioni sociali. Gli esami clinici testimoniarono che i poveri erano più sani dei ricchi. Si recò allora nel Cilento, restando ancora più affascinato dalle modalità di vita sociale delle piccole comunità di pescatori e di coltivatori e per il rispetto che anche a tavola esse avevano per la natura (stagionalità, oppure grande utilizzo di prodotti conservati con sistemi naturali). Decise con la moglie di stabilirsi in pianta stabile e dalla sua postazione incantata decantò le meraviglie della Dieta Mediterranea in decine di pubblicazioni scientifiche. Il comune di Pollica, riconoscente, ha istituito un Museo della Dieta Mediterranea, meta di migliaia di appassionati ogni anno.ALIMENTAZIONE, LAZIO – ROMA, TURISMO
FABRIZIO PREMUTI per konsumer Italia, la valorizzazione e lindirizzo ai consumi su produzioni di eccellenza è un dogma dal quale si può, e si deve ripartire per un consumo consapevole, responsabile ed integrato, dove possibile, a tradizioni locali. La valorizzazione del territorio, anello principale di trasmissione di una cultura dei mestieri agricoli e di trasformazione delle materie prime alimentari esistenti e caratterizanti il territorio, crediamo sia un valore dal quale non ci si debba mai discostare. Nellagroalimentare, così come in ogni altro settore della produzione e dei servizi, dare con responsabilità un giudizio di merito comporta automaticamente mettere allangolo offerte di basso livello, con catene di distribuzione inutilmente allungate, dove lelemento prezzo è un solo aspetto, non il più importante, didentificazione e scelta di un prodotto.
Abbiamo voluto condividere sin da subito la proposta del Prof. luigi Jovino sulla presenza di Konsumer Italia alla manifestazione del 16 luglio p.v. Una manifestazione che sarà incentrata sulle produzioni tipiche dei castelli romani e della zona prenestina in genere. Una giornata di festa, di aromi e sapori, colori che da sempre caratterizzano la dieta mediterranea come elemento di cultura e di benessere dellindividuo. E nella dieta mediterranea le produzioni di pasta fresca nelle ricette tipiche castellane e prenestine, ricche di ingredienti freschi, sapidi e colorati, antiossidanti naturali e riserve di energia per lorganismo, oggi copiati in tutto il mondo ed a volte sottovalutati da chi li ha a portata di mano.
Konsumer Italia continua nelle sua strada di avvicinamento alle eccellenze italiane dellagroalimentare che vanno ad arricchire i percorsi ed i contatti già intrapresi con il Consorzio dellOlio extravergine di Oliva Dop della Sabina e con la pasta La Molisana. La valorizzazione e lindirizzo al consumo per certi prodotti non potrà che essere stimolo per tutti ad un miglioramento degli standard e dellinformazione, perchè alla fine se siamo quel che mangiamo è anche vero che ciò che mangiamo deve essere frutto di una scelta consapevole ed informata correttamente.