Altro argomento messo a fuoco dall’emergenza di quest’ultimo anno è il tema della chiusura dei piccoli ospedali.
In realtà anche quando sono funzionanti, i piccoli ospedali non soddisfano le esigenze della popolazione afferente in quanto non dotati di strutture adeguate e in grado di risolvere solo semplici problemi.
Che fare di queste strutture?
La loro esistenza potrebbe essere giustificata soprattutto nelle aree orograficamente più problematiche o con irregolare distribuzione della popolazione per portare più vicino ai pazienti l’offerta di prestazioni sanitarie.
Tuttavia, al fine di ottimizzare le prestazioni e garantire risorse umane qualificate sarebbe opportuno collegare queste strutture sanitarie ad un ospedale a più alta complessità, nel senso di farne delle vere e proprie succursali.
Il personale medico e paramedico dell’ospedale di riferimento potrebbe alternarsi nei turni e servizi garantendo una continuità assistenziale anche a questi territori più distanti.
Questa proposta garantirebbe:
- corretta gestione delle risorse umane (nei piccoli ospedali con prestazioni a bassa complessità i casi sarebbero gestiti da personale specializzato dell’ospedale di riferimento)
- maggiore garanzia di continuità assistenziale per il legame con l’ospedale a più alta complessità ma soprattutto lascerebbe la qualità della prestazione sanitaria quanto più equa possibile tra i vari territori senza penalizzare i territori più svantaggiati.
Dott.ssa Angelomaria Santoro