OSTUNI (BA) Lennesimo caso di incuria degli edifici scolastici ha causato il ferimento alla testa di due bambini di 7 anni per il crollo del soffitto di unaula della scuola elementare Pessina di Ostuni (Bari), durante le lezioni di questa mattina. I due bambini sembra siano rimasti feriti in maniera non grave e sono stati portati in ospedale (anche la maestra è stata medicata), dove si è presentato il sindaco Gianfranco Coppola, che poi ha raggiunto la scuola per verificare la situazione. «Troppo facile farsi vedere in ospedale e nelle scuole dopo che avvengono gli incidenti afferma il presidente di Konsumer Italia Fabrizio Premuti il problema delledilizia scolastica va avanti da anni e i politici non fanno altro che chiacchiere. Dovè il piano di Renzi per la ristrutturazione degli istituti scolastici? Altro che tesoretto da parte, altro che maggiore attenzione allistruzione, questo crollo dimostra sempre di più che lo stato sociale è un lontano ricordo, che i soldi pubblici sono dissipati e non utilizzati per il bene comune. È una vergogna che lo Stato metta a rischio la vita dei nostri figli, la scuola dovrebbe essere il luogo più sicuro per eccellenza, e invece ». Invece uno strato di intonaco (si sarebbero staccati 5 o 6 metri quadrati di intonaco per uno spessore di circa tre centimetri) è venuto giù dal soffitto dellaula della 2° E di una delle tante scuole a rischio del Paese. Stavolta è caduto sulla testa di due bambini non provocando gravi danni, ma avrebbe potuto ucciderli e fare una strage: in quellistituto sono presenti circa 800 allievi. «Sembra che questa scuola sia stata chiusa per un lungo periodo di ristrutturazione prosegue Premuti e che succede alla riapertura? Crolla un soffitto!! Questo fatto, se confermato, sarebbe ancora più grave perché significherebbe che cè chi continua a lucrare sulla vita dei cittadini per gonfiarsi le tasche, utilizzando materiali scadenti con il benestare delle Istituzioni. Come si può credere ad uno Stato che non mette al centro il bene comune e permette a dei bambini di correre rischi così seri? Adesso per capire chi ha responsabilità quanto dovremo attendere? Quanto per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici? Quanto per bonificare lamianto? Forse se recuperassimo le mazzette del Mose, della Tav, delle Metropolitane, di Expò non staremmo qui a far polemiche, ma la situazione è che chi ha rubato trova scappatoie e chi resta sotto un soffitto piange».
Andrea Scandura