Sappiamo bene come le banche continuano a turbare il sonno dei risparmiatori. Gli italiani sono spaventati dalle disavventure finanziarie e perciò sono sempre più in difficoltà ad affidare i propri risparmi ad un istituto di credito.
Se in banca proviamo a chiedere “E’ sicura questa banca?” la risposta che riceviamo è “Certamente sì!”.
Due dati recentissimi però ci inducono ad alzare l’asticella dell’attenzione.
Primo dato: gli stress test.
Periodicamente le banche, anche quelle italiane, vengono sottoposte dall’ autorità bancaria europea ad un test, per verificare il grado di resistenza a situazioni di crisi. Un sorta di prova di sopravvivenza da “Isola dei famosi”. Solo che in ballo ci sono i nostri soldi.
Sugli stress test effettuati nel 2018, che hanno riguardato anche banche italiane, è intervenuta la Corte dei Conti Europea che, tra le altre cose, ha evidenziato come non siano stati presi in considerazione tutti i rischi sistemici ed ha sostanzialmente considerato lo stress simulato come “riconducibile a un rallentamento economico anziché a uno shock insorto nel settore finanziario dell’UE”.
Per tornare all’ esempio della nostra Isola dei famosi, è come se la prova di resistenza sia consistita in un rallentamento della crescita delle noci di cocco (e quindi con la necessità di un uso più razionale di quelle che ci sono) piuttosto che nel creare una situazione in cui le noci di cocco non ci sono più, ma faccio anche molta fatica a reperire sull’ isola ogni altro prodotto da bere o da mangiare.
Altro dato: la scarsa performance delle banche sui mercati.
La borsa non premia le banche: cioè investitori e risparmiatori non si fidano e non acquistano titoli della banche. Eppure la bufera sembrerebbe passata, le banche si sono alleggerite dei debiti in sofferenza, sono più agili, più snelle, promettono utili, cambiano e si ristrutturano. Ma questo non basta.
Non stiamo assistendo ad una puntata di “Cucine da incubo”, e a restituire credibilità ad un sistema che negli ultimi venti anni ha sistematicamente mandato in fumo milioni e milioni di euro di risparmi di imprese e famiglia, non bastano tutte queste operazioni estetiche (e qualcuna anche sostanziale, va detto).
Chi cerca altre risposte, trova comodo non dare l’unica risposta che potrebbe contribuire concretamente a restituire credibilità al sistema bancario: restituire i soldi.
Centinaia di migliaia di cittadini vittime delle banche, con i risparmi azzerati nel valore e stagnanti nella illiquidità, non possono seriamente pensare di investire nuovamente i propri risparmi in prodotti bancari.
Lo hanno già fatto e ci hanno rimesso le penne.
Gli altri hanno visto e capito, e se ne tengono alla larga.
Occorre imporre un severo e credibile sistema di controllo sulla solidità e solvibilità delle banche. Occorre altresì imporre un più severo e più credibile sistema di controllo sull’attività delle banche.
Poi, semmai, potremo ritornare a parlare di fiducia.
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