GUEST POST: abbiamo letto tutti del rally energetico degli ultimi mesi. Ma quale sarà l’impatto sull’economia italiana?
Fallimento. E’ il rischio che si profila per imprese e famiglie italiane se i prezzi di elettricità e gas si stabilizzeranno sui livelli a dir poco esorbitanti preannunciati a settembre. Nessuno lo ha detto, ma la nostra economia non è concepita per funzionare con l’elettricità ad un prezzo maggiore del 60% di quello che abbiamo avuto mediamente negli ultimi 10 anni. O almeno può farlo se ha il tempo di adattarsi.
Ma attualmente non hanno lo spazio per gestire aumenti di questa entità né gli stipendi né i bilanci delle aziende.
E’ la convinzione a cui sono arrivato dopo una telefonata che ho avuto con un dirigente d’azienda del nordest nei giorni scorsi. Mi raccontava, tra l’inorridito ed il disgustato, quasi con un rifiuto di trattare l’argomento, che nella fattura di settembre dell’energia elettrica ha trovato un prezzo medio di 24 centesimi di Euro per chilowattora, contro i 15 che pagava in precedenza. Cioè un aumento del 60%.
Aziende: e dove trovano i fondi?
Ma dove trova una azienda i fondi in bilancio per pagare questi aumenti? Senza contare che all’appello manca la bolletta del gas.
E’ un problema di una vastità mai vista. Un problema per il quale non possiamo fare la politica degli struzzi, anche se i media non ne parlano; aumenti di questo genere incideranno in modo pesante nei costi di produzione di qualunque bene e si vedranno anche nei generi di prima necessità. A parte l’incidenza energetica di luce e gas nei processi di produzione, che solitamente sono lontani dalle nostre case, proviamo a fare un esercizio pensando semplicemente ai negozi che trattano generi alimentari deperibili: i prodotti come latticini, surgelati, carni, ortaggi, pesce e quant’altro che debba stare dentro frigoriferi saranno i primi a subire gli aumenti dell’energia elettrica.
E così le famiglie italiane, oltre a trovare una bella sorpresa nelle bollette di luce e gas, in breve tempo vedranno ridotto il loro potere d’acquisto tra i banchi dei supermercati. Una doppia mazzata.
E siamo solo all’inizio perché nella borsa italiana dei prodotti energetici (il GME, link qui ), la tenenza al rialzo di elettricità e gas non sembra essersi del tutto calmata.
Volano i prezzi all’ingrosso dell’energia
Tanto per fare qualche esempio, il prezzo dell’elettricità all’ingrosso è passato da una media di 5 centesimi al chilowattora (kWh) che si è vista negli ultimi dieci anni, a circa 20 centesimi che stiamo vedendo in questi giorni. Un aumento vertiginoso che si è scatenato soprattutto durante l’estate e che si farà sentire in modo pesantissimo su tutta l’economia nazionale, compresi ad esempio treni e tram. Nel mercato del gas metano le cose non sono andate altrettanto meglio dove nello stesso arco di tempo il prezzo è passato dai 20 ai 70 €.
Di certo un problema per le imprese esportatrici, che vedranno calare la propria competitività già compromessa dall’aumento dei costi dei trasporti, soprattutto marittimi.
Ma anche per chi si rivolge sul mercato interno non sarà una passeggiata, dato che la raffica di aumenti sui beni di prima necessità affosserà i prodotti meno necessari. Senza contare che il gas è usato anche in molti processi industriali, compresi quelli dell’industria alimentare, per i quali ci sarà l’impatto degli aumenti di entrambe le fonti energetiche.
Altro discorso da fare è l’impatto degli aumenti del prezzo del gas sugli impianti di riscaldamento. Ad esempio, cosa succederà questo inverno quando arriveranno le fatture del riscaldamento agli amministratori di condominio ? Avranno in cassa scorte sufficienti per far fronte al +15% prospettato a settembre ? E gli anziani con la pensione minima come faranno a pagare le “rinnovate” bollette del gas senza che la pensione gli venga adeguata?
Sono domande pertinenti che non hanno risposta, visto che nessuno si è degnato di mettere in guardia i cittadini del problema e renderli coscienti di quanto si troveranno davanti nei prossimi mesi, tranne il comunicato dell’autority (link qui).
Qualcuno mi accuserà di pessimismo, ma è pura illusione pensare che un aumento del 60% dell’energia elettrica e del 350% del gas non avrà ripercussioni sul funzionamento delle imprese e sulla vita degli italiani.
Il rischio, se il trend di aumento dei prezzi continuerà, è di portare i paesi europei sull’orlo del collasso con conseguenti disordini di natura sociale. La gente infatti non accetterà di veder compromesso il proprio stile di vita da un giorno all’altro, senza alcun minimo preavviso, tanto meno di stare al buio o al freddo per colpa di una classe politica che non ha sorvegliato il mercato e che non ha mosso un dito, nemmeno in ambito europeo, per difendere le aziende e soprattutto i propri cittadini.
Commodity: prezzi YTD
A proposito, dimenticavo un’ultima cosa.
Lasciare esplodere i prezzi dei futures sui prodotti energetici e dei certificati europei sulla CO2 senza correre ai ripari è, a dir poco, cosa delinquenziale.
La colpa di questi aumenti infatti non è della transazione verde, dei cambiamenti climatici, o altre amenità del genere, ma semplicemente nell’incompetenza della nostra classe politica.
E quel che è peggio, è che governa spacciandosi per salvatore della patria.
Marco Dal Prà