Educazione finanziaria per i consumatori e formazione per gli intermediari L’innovazione può essere positiva, ma solo se non lascia fuori nessuno
Alessandra Schofield
“L’evoluzione dei servizi bancari ed assicurativi. La tutela del consumatore e della microimpresa tra prodotti innovativi e criticità tradizionali”: con questo impegnativo tema si sono aperti i lavori della IV Assemblea Nazionale Konsumer Italia, il 26 maggio mattina.
Una tavola rotonda cui hanno partecipato relatori di prestigio, stimolati e coordinati dal collega de Il Sole 24 Ore Maurizio Caprino: Enrico Pollino per Consumatori, Cristiano Iurilli docente presso l’Università Tor Vergata, Giampaolo Petri esperto assicurazioni Konsumer, Rossella Sebastiani Normative RCA Ania, Antonio Caricato Konsumer, Romolo Giacani Poste Italiane, Raffaella Grisafi Konsumer e Giustino Trincia ABI si sono confrontati su vecchie e nuove esigenze di tutela dei consumatori e sui nuovi modelli di distribuzione bancaria e finanziaria.
Il tema della semplificazione – ma non banalizzazione di ciò che è complesso, beninteso – dei contratti assicurativi è emerso in maniera prepotente, così come la necessità di migliorare l’interazione tra le diverse banche dati disponibili per contrastare le frodi assicurative nella RCA.
È stata evidenziata la generalizzata sottoassicurazione, legata alla scarsa consapevolezza dei cittadini consumatori relativamente ai propri bisogni di copertura. In questo ambito si è distinto il prodotto Cattolica “Dopo di noi”, dedicato a costruire un’autonomia economica per persone disabili nel momento in cui si trovino privi dell’assistenza da parte dei familiari. Educare la domanda in modo adeguato è un ruolo precipuo degli intermediari, che rivestono un ruolo di grande importanza nel trasferire cultura assicurativa.
Ma, come correttamente evidenziato da Maurizio Caprino, se gli intermediari non sono a loro volta estremamente competenti, ci troveremo di fronte all’incontro tra due ignoranze, con effetti deleteri. E quindi è particolarmente importante che siano attivati percorsi formativi e di aggiornamento per tutti gli operatori che abbiano il compito di informare gli utenti.
Se gli intermediari nel campo delle assicurazioni sono tenuti al rispetto di regole ferree e all’adempimento di una consistente serie di obblighi in tal senso, è necessario far sì che analogo impegno venga richiesto a tutti gli altri soggetti che distribuiscano prodotti finanziari ed assicurativi, evitando il rischio che gli operatori siano unicamente spinti dalla necessità di fare budget. Un esempio è rappresentato da Poste Italiane, nei cui uffici ogni giorno transita un milione e mezzo di persone. “Siamo un’azienda perfettibile e lo sappiamo bene – ha affermato Giacani – e confronto, dialogo e collaborazione con istituzioni, organizzazioni e associazioni consumeristiche sono fondamentali”.
Raffaella Grisafi, vice presidente vicaria Konsumer, non diffida dei nuovi modelli di distribuzione e sui nuovi prodotti, che possono significare aumento di trasparenza ed efficacia purché non si verifichi uno scollamento rispetto alla quotidiana realtà dei consumatori, fisiologicamente deboli nel rapporto con alcuni settori quali quello assicurativo, bancario, finanziario e legato a Poste Italiane ove i contratti offerti sono, per loro stessa natura, complessi. Ciò si aggiunge all’impossibilità a connettersi alla rete di una elevata percentuale di popolazione (circa il 28% rispetto agli Paesi Ue, ove si attesta attorno al 3%), che priva dell’accesso a sistemi di home banking e similari. Chiudere filiali ed agenzie in nome di un’elevata digitalizzazione dei processi di relazione tra operatori e consumatori, quindi, potrebbe significare escludere una sostanziosa fascia di cittadini – perlopiù di età avanzata – da determinati servizi e generalmente non hanno alcuna conoscenza di ciò che vanno a sottoscrivere e sono facilmente inducibili ad assumersi impegni non necessari. Le criticità, dunque, esistono ma possono essere superate grazie ad una maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti: contratti più chiari, pratiche corrette, personale informato. Sì dunque all’innovazione ed al futuro, ma solo a fronte di una seria campagna di educazione finanziaria, che coinvolga le nuove generazioni partendo dalle scuole
La speranza espressa da Giampaolo Petri è che quanto emerso durante il convegno possa dare origine a tavoli di lavoro grazie ai quali incamminarsi su progetti comuni. “Un’impresa può continuare a fare il proprio mestiere ed essere disponibile a rispondere alle nuove esigenze di welfare, la contrapposizione non deve essere necessariamente costante” ha dichiarato Petri, il quale attribuisce alla perenne litigiosità che caratterizza da sempre il settore Rc Auto una tra le possibili motivazioni delle difficoltà a costruire qualcosa di positivo nel settore non Vita.